LA STORIA DEI BERSAGLIERI

STORIA DEI BERSAGLIERI
(tratto dall’articolo “I fanti piumati con le fiamme cremisi”, pubblicato sulla rivista “UNIFORMI E ARMI” del settembre 2001)
LA NASCITA DEI BERSAGLIERI
Il corpo dei bersaglieri (ora specialità della fanteria) nacque il 18 giugno deI 1836, per volontà del capitano Alessandro La Marmora. L’Ufficiale presentò al re Carlo Alberto uno studio intitolato Proposizione per la formazione di una compagnia Bersaglieri, il Sovrano accolse la proposta e, con R.D. del 18/6/1836, autorizzò la creazione della 1^ Compagnia del Corpo dei Bersaglieri.
La Marmora voleva formare reparti celeri di carabine che dovevano avere una notevole possibilità di rapidi spostamenti caratterizzati da un fuoco preciso ed utile alle piccole distanze; in poche parole, l’intento era quello di avere a disposizione reparti di fanteria celere. I bersaglieri dovevano avere grande resistenza alle fatiche, per effettuare tanti e rapidi spostamenti, ottima mira con la carabina e intelligenza per trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.
La Marmora riassunse in un decalogo l’istruzione e l’educazione bersaglieresca:
1. OBBEDIENZA
2. RISPETTO
3. CONOSCENZA ASSOLUTA DELLA PROPRIA CARABINA
4. MOLTO ESERCIZIO DI TIRO
5. GINNASTICA DI OGNI GENERE FINO ALLA FRENESIA
6. CAMERATISMO
7. SENTIMENTO DELLA FAMIGLIA
8. AMORE AL RE
9. AMORE ALLA PATRIA
10. FIDUCIA IN SE’ FINO ALLA PRESUNZIONE
Poco dopo la loro costituzione, i bersaglieri furono armati di una speciale carabina ideata e fatta costruire appositamente che aveva il vantaggio, rispetto a quelle in uso, di essere più leggera e di avere un tiro più celere. L’anno successivo, nel 1837, fu costituita la 2^ compagnia bersaglieri. Nel 1848, all’atto della guerra contro l’Austria, le compagnie diventarono 6 più una settima di volontari studenti. Queste 7 compagnie erano suddivise in 2 battaglioni, il primo di 4 compagnie, con quella dei volontari, il secondo di 3.
IL BATTESIMO DEL FUOCO:
LA CAMPAGNA DEL 1848-49
La guerra del 1848 fu per la neonata specialità l’occasione per dimostrare la sua attitudine al combattimento. L’8/3/1848, la 1^ compagnia del 2° battaglione, comandata dal capitano Lions, entrò in contatto nei pressi di Goito con un distaccamento austriaco. Appena informato dell’episodio, La Marmora, divenuto colonnello, accorse tra i bersaglieri e li divise in due gruppi. Gli imperiali abbandonarono il campo e ripiegarono oltre il Mincio facendo saltare il ponte. Rimase intatto un sottile parapetto che naturalmente fu battuto dalla fucileria e dall’artiglieria nemica. La Marmora venne ferito alla mascella e cadde da cavallo. Il sottotenente Galli della Mantica cadde ucciso. Tutto ad un tratto il bersagliere Guastoni attraversò d’un balzo la radura e si gettò sulla spalletta al grido di: Viva 11 Re! Avanti tutti! Il capitano Griffino lo raggiunse e, superandolo, passò sulla spalletta seguito da molti fanti piumati. Il ponte fu superato e la riva conquistata.
Per questa azione al capitano Griffino venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Altre azioni furono effettuate dai bersaglieri a Monzambano, Borghetto, Mantova, Villafranca, Pastrengo, Santa Lucia di Verona e Calmasino. Per queste azioni la 1^ compagnia del 1° battaglione e la 2^ del 2° meritarono la Menzione Onorevole (successivamente Medaglia di Bronzo al V.M.). Ma la gloria dei bersaglieri proseguì in altre battaglie: quella della Corona, dove la 3^ compagnia del 10° battaglione meritò una menzione onorevole, di Governolo, Ponti, Monte Torre, Valeggio, Novara. Purtroppo le sorti della guerra non furono positive per noi, e l’armistizio di Vignale firmato il 26/3/1849 restituì la Lombardia all’Austria. Oltre ai reparti citati, ottennero la Menzione Onorevole (successivamente la Medaglia di Bronzo al V.M.) la 9^ del 3° battaglione e la 14^ del 4° per l’infausta battaglia di Novara, ed il battaglione volontari bersaglieri valtellinesi (successivamente passato al 5° btg. di nuova formazione). Nel marzo del 1849 viene creato il 10° battaglione.
1855, LA GUERRA DI CRIMEA E LA MORTE DI LA MARMORA
Il Piemonte, a seguito dell’aiuto che Francia ed Inghilterra diedero alla Turchia, inviò contro la Russia un contingente di 15.000 uomini. Tra questi, i bersaglieri mandarono le prime 2 compagnie di ogni battaglione, per un totale di 10 suddivise in 5 battaglioni provvisori. A capo della 2a^divisione fu posto Alessandro La Marmora, mentre suo fratello Alfonso assunse, dopo la morte del Duca di Genova, il comando del corpo di spedizione. Le truppe presero terra a Balaclava (8/5/1855) e si accamparono nella pianura di Kandikoi. Le truppe dello Zar, che presidiavano il fiume Cernia, avevano attaccato e battuto i britannici a lnkermann. I primi due battaglioni dei bersaglieri, insieme con due brigate piemontesi, dovevano attaccare i russi sul fiume, mentre i franco-inglesi, avrebbero cooperato a Traktir e a Giorgun. Ma i russi si ritirarono verso Makenzie, sorvegliati dai francesi a Fedioukine e dai piemontesi a Kumaya e Giorgun. I russi, forti di due divisioni, li attaccarono nella notte del 15-16 agosto. Sembrava fatta ma, grazie all’intervento della 5^ Brigata piemontese con il 5° battaglione provvisorio bersaglieri, che assaltarono di fianco il nemico, i russi furono sconfitti e inseguiti dai bersaglieri che guadarono il fiume per primi conquistando le rive della Cernia. Ma il 6 giugno, colto da colera, il fondatore del corpo dei bersaglieri Alessandro La Marmora morì in una capanna nei pressi di Kandikoì.
LA CAMPAGNA DEL 1859
Il 26/4/1859, il Piemonte, alleato alla Francia, dichiarò guerra all’Austria. L’esercito piemontese era composto da 5 divisioni e da un corpo cacciatori delle Alpi, comandati dal Generale Giuseppe Garibaldi. Alla campagna parteciparono 10 battaglioni bersaglieri, 2 per ogni divisione, furono decorati il 6° e il 7° battaglione con Medaglia di Bronzo al V. M. per i fatti di Palestro e Borgo Vercelli. Successivamente, il 7° si distinse in maniera particolare a Palestro dove, dopo due giorni di durissima lotta, perse moltissimi dei suoi effettivi. Per quell’azione fu decorato con Medaglia d’Oro al V.M. Nelle giornate successive i reparti bersaglieri combatterono con onore e vero coraggio a San Martino, Pozzolengo, Solferino, Cavriana, Medole e Guidizzolo. Grazie a questi eroici comportamenti, quatto Medaglie di Bronzo al V.M. furono concesse al 1°, al 3° al 4° e al 10° battaglione. La guerra volse al meglio e, dopo l’armistizio di Villafranca, la Lombardia passò al Re di Sardegna. I battaglioni bersaglieri divennero 16. Intanto la Toscana e l’Emilia si erano sollevate e, costituiti due governi provvisori con eserciti propri, domandarono l’annessione al Piemonte. Con i reparti provenienti da quei due Stati i battaglioni bersaglieri passarono a 27, e inoltre furono costituite quattordici compagnie deposito ed il comando del corpo fu affidato ad un ufficiale Generale.
LA CAMPAGNA DEL 1860-61
Nella guerra contro lo Stato Pontificio furono coinvolti diversi reparti di bersaglieri. A Pesaro combatterono il 7°, l’ 11° ed il 26°; il 16° battaglione bersaglieri conquistò Perugia, una compagnia del 9° si distinse alla Rocca di Spoleto (Medaglia di Bronzo al V.M.). La stessa decorazione fu concessa al 260 per i combattimenti fra Osimo e Castelfidardo.
Un’altra Medaglia di Bronzo al V.M. fu concessa al 14° ed al 25° battaglione. Contro i Borboni parteciparono 11 battaglioni (1°, 6°, 7°, 9°, 11°, 12°, 14°, 16°, 21°, 24° e 27°).
A Mola, il 4 novembre si distinsero il 14° ed il 24°, tanto da meritare entrambi una M.B.V.M. Il grosso delle truppe borboniche ripiegò ma fu battuto ad ltri dove si impegnarono ancora il 14° ed il 24° battaglione, mentre il 6° il 7°, l’11° ed il 12° combatterono a Gaeta ed il 1° e 16° a Capua che si arrese il 3 novembre. Gaeta cadde nel mese di dicembre come Civitella di Tronto. Sul finire del febbraio del ‘61 fu espugnata Messina. Per il comportamento tenuto durante tutta la campagna, al 7° battaglione fu attribuita la Medaglia di Bronzo al V.M.
LE VICENDE DAL 1861 AL 1866
In questo periodo il corpo subì notevoli modifiche. Per prima cosa i battaglioni furono portati a 36. La denominazione passò da Corpo dei Bersaglieri semplicemente a Bersaglieri. Il 31/12/1861 furono creati 6 reggimenti bersaglieri su 6 battaglioni, per un totale appunto di 36. L’anno successivo aumentarono i battaglioni (40) inquadrati, però solo su 5 reggimenti, 8 battaglioni per reggimento. Dopo un breve periodo di pace, ai due battaglioni bersaglieri guidati da Garibaldi che combatterono in Aspromonte fu concessa la Medaglia di Bronzo al V.M.
LA CAMPAGNA DEL 1866
Il numero dei battaglioni aumentò di nuovo. Si passò a 45 e successivamente a 50. Solo i primi 40 appartenevano all’esercito operante (di prima linea), il 41° fu aggregato al corpo dei volontari e gli altri 9 passarono alla riserva generale. In questa campagna i reparti bersaglieri combatterono a Custoza, nella Valsugana, a Borgo Forte e sul Torre. Il 23 di giugno le nostre truppe varcarono il confine.
I reparti bersaglieri impegnati furono circa quaranta. Otto per ogni corpo d’armata, il primo comandato dal generale Durando, il secondo dal generale Cucchiari ed il terzo dal generale Morozzo della Rocca e 16 all’Armata del Po comandata dal generale Cialdini. Presero parte alle più importanti battaglie:
Monte Cricol, Casa Mongabia, Monte Vento, Custoza, Villafranca, Primolano, Borgo e Levico. Il 4° e l’11° ebbero l’onore di contenere e respingere le cariche degli Ulani contro il quadrato di S.A.R. il Principe Umberto. Per i combattimenti di Monte Vento, ai battaglioni 2°, 8° e 13° venne concessa la Medaglia di Bronzo al V.M., per i fatti d’arme di Borgo e Levico al 23° ed al 25° battaglione fu concessa la Medaglia d’Argento al V.M. Nel settembre del 1866 i battaglioni 46°, 47°, 48°, 49° e 50° furono soppressi e sul finire dell’anno i reggimenti, costituiti su 9 battaglioni, soppressero la 4^ compagnia.
LA LIBERAZIONE DI ROMA
Nel 1864, una convenzione stipulata tra il Governo italiano e quello francese obbligava il primo a non attaccare lo Stato Pontificio ed ad impedire qualunque attacco dall’esterno. Per contro la Francia ritirò, entro due anni dal patto, il presidio di Roma, che il Papa sostituì mano a mano con un esercito proprio di mercenari. Nel 1867, a seguito di provocazioni dell’esercito pontificio, Viterbo si ribellò. Garibaldi tentò allora di marciare su Roma ma fu arrestato dalle truppe italiane e confinato a Caprera da dove fuggì per prendere il comando dei volontari dirigendosi sulla capitale. Il Papa chiese aiuto ai francesi che inviarono una divisione. Le truppe francesi si scontrarono con i garibaldini a Mentana ed a Monterotondo, ma le giubbe rosse, dopo aspra lotta, furono sconfitte. Dopo tale impresa i francesi tornarono a difendere Roma, ma durò poco. Difatti, per problemi legati alla guerra contro la Prussia i francesi ritirarono la loro divisione. Il governo italiano colse quell’occasione per deliberare l’occupazione delle province romane. lI 12 settembre, forti di 60.000 uomini, le truppe italiane passarono il confine. Diciassette battaglioni bersaglieri parteciparono all’operazione. L’attacco, principale si ebbe a Roma, a Porta Salaria e a Porta Pia; era il 20 settembre del 1870. lI 12° battaglione, in un impetuoso assalto si gettò sulla braccia aperta dal tiro dell’artiglieria a Porta Pia. Nelle prime ore del pomeriggio Roma venne occupata interamente, e col plebiscito del 2 ottobre andò a far parte del Regno d’Italia.
1870- 1900: TRENT’ANNI DI RELATIVA PACE
L’Esercito italiano si costituì, dopo il1870, su 10 corpi d’armata ed i bersaglieri su 10 reggimenti (di 4 battaglioni), uno per corpo d’armata. Fu soppressa la numerazione dei battaglioni, sostituita dalla progressione numerica da 1 a 4 per ogni battaglione. Nel 1883 l’Esercito Italiano si ordinò su 12 corpi d’armata ed i reggimenti passarono a 12, ma su 3 battaglioni. Nel 1885 l’Italia intraprese l’avventura coloniale in Africa dove fu inviato un corpo di spedizione di cui fece parte un battaglione bersaglieri. Nel cinquantenario della fondazione dei fanti piumati (1886) Umberto I restituì ai battaglioni la vecchia numerazione che era stata modificata nei ‘70. Dopo Dogali fu inviato un nuovo corpo di spedizione con altri 2 battaglioni di bersaglieri. In seguito, i 3 battaglioni, più uno di volontari, furono riuniti in un reggimento bersaglieri d’Africa. Il corpo di spedizione rientrò in Italia ma, nel 1896, a seguito degli avvenimenti militari di Dervisci e Tigrini, un nuovo corpo di spedizione venne inviato in Africa. I bersaglieri parteciparono con 2 reggimenti, uno su 3 battaglioni ed uno su 4, composti da solo volontari dei 12 reggimenti, e combatterono a Mai-Maret, Adua, Monte Raio, Marian Com­bur. Liberato il presidio di Agordat, il corpo di spedizione rimpatriò. Il12° battaglione (8° reggimento) fu inviato a Candia a sedare un’antica contesa tra greci e turchi. In occasione della rivolta dei Boxer si formò un corpo di spedizione internazionale di cui fece parte un battaglione di bersaglieri su 4 compagnie provenienti dal 2°, 4°, 5° e 8°. Si distinsero principalmente nell’attacco del Forte Shan-hai-tuan e nel combattimento di Ku­ngan-tsien.
1911-12 LA GUERRA ITALO-TURCA
Nel settembre del 1911 l’Italia dichiarò guerra alla Turchia sbarcando truppe in Tripolitania ed in Cirenaica. Al corpo di spedizione parteciparono l’8° e l’11° reggimento (successivamente anche il 4°). Tra i combattimenti più importanti non si può certo tralasciare Sciara Sciat dove particolarmente agguerrita fu la lotta sul fronte dell’11° reggimento. Per quei fatti d’armo l’11° fu decorato di Medaglia d’Oro al V.M. Altre battaglie furono combattute, dai bersaglieri a Henni, Messri, Ain Zara. Nell’estate del 1912 una compagnia bersaglieri ciclisti fu, per la prima volta in assoluto, impiegata in zona di guerra. La specialità era nata verso la fine dell’800. Il capitano Camillo Natali, sulla spinta delle nuove innovazioni tecnologiche, formò, con elementi del 12° reggimento, la 1^ compagnia ciclisti. A quel capitano e al maggiore Cantù (che divenne poi generale) va il merito della nascita dei reparti ciclisti. Durante le manovre di cavalleria del 1899, visti i risultati ottenuti dalla prima compagnia, si pensò di potenziare la specialità formandone altre due. Le tre compagnie vennero assegnate ai reggimenti 3°, 4° e 5° Successivamente, nel 1905, ogni 1 2^ compagnia ciclisti dei reggimenti divenne compagnia ciclisti con compiti di coadiuvare la cavalleria. I bersaglieri ciclisti aumentarono fino a che, nel 1910, ogni reggimento ebbe un battaglione bersaglieri ciclisti con la numerazione del reggimento, per cui il 3° battaglione bersaglieri ciclisti, divenne il battaglione ciclisti del 3° reggimento bersaglieri. Il 4° reggimento fu inviato a Rodi presidiata dai Turchi e si distinse anche a Psitos (Medaglia di Bronzo al V.M.) e a Maritza. Dichiarata la pace (Losanna ottobre 1912) continuarono gli scontri. L’11 reggimento si distinse particolarmente ad Assaba, dove fu nuovamente decorato, stavolta con una Medaglia di Bronzo al V.M.
LA GRANDE GUERRA EUROPEA
Nel 1915, all’atto dell’entrata in guerra dell’Italia, molti reparti bersaglieri erano dislocati fuori dal territorio nazionale. Diversi battaglioni erano in colonia, il 10° reggimento in Albania dove rimase fino al 1920. Oltre ad azioni militari, i bersaglieri, con i reggimenti 2° e 11°, accorsero nel territorio marsicano devastato dal terremoto. Agli inizi della prima guerra mondiale i bersaglieri erano disposti su 12 reggimenti. Ognuno composto da 1 comando, 3 battaglioni a piedi, 1 ciclisti e di un deposito. Dalla fine del 1914 agli inizi del 1915 furono costituiti diversi battaglioni di milizia mobile. Inoltre, per sostituire i battaglioni situati in colonia e in Albania, furono costituite unità con gli stessi numeri ma bis. Ad esempio, il 3° battaglione delI’8° reggimento era in colonia, per cui fu costituito, sempre nelI’8°, un 3° battaglione bis. Così pure fu costituito il 10 reggimento bis (il 10° era appunto in Albania). I battaglioni ciclisti avevano una composizione diversa da quelli a piedi. Questi ultimi erano su 3 compagnie da 250 bersaglieri, i ciclisti, sempre su 3 compagnie ma da 150 unità. Sia i reggimenti che i battaglioni ciclisti erano dotati di una sezione mitragliatrici da due armi. I bersaglieri ciclisti erano autonomi e dipendevano dal comando supremo, non dai reggimenti assegnati. Solo nei 1916 furono creati dei Gruppi Battaglioni Bersaglieri Ciclisti che non avevano numerazione, ma prendevano il nome del comandante, che era il più alto in grado dei comandanti di battaglione o, a parità di grado, il più anziano. Il 15/1/1918 fu costituita la nascita ufficiale di 4 gruppi bersaglieri ciclisti (1°, 2°, 3° e 4°) su 3 battaglioni ognuno. Successivamente il 2° ed il 3° vennero sciolti e 2 loro battaglioni confluirono nella 1^ e 2^ divisione d’assalto.
I battaglioni ciclisti avevano una sezione di pistole mitragliatrici. I bersaglieri a piedi che presero parte alle battaglie sul suolo nazionale erano inizialmente su 12 reggimenti (con il 10 bis), e nell’ottobre del 1917 diventarono 21. Oltre a questi furono costituiti 3 reparti d’assalto, il 26°, il 72° ed i 19° (successivamente 23°). Per breve tempo fu costituito un 22° reggimento bersaglieri di marcia. Le sezioni mitragliatrici, di cui abbiamo accennato, erano in tutto 115, 84 con mitragliatrici Fiat, 31 con Saint Etienne. Nel novembre del 1917 furono costituite alcune sezioni motomitragliatrici e, il 1/8/1918, fu creata una compagnia su 6 armi. Nel periodo tra giugno e novembre del 1917, un piccolo distaccamento operò in Palestina. In quel periodo fu diminuita la forza dei battaglioni (a piedi), passando a 175 unità per compagnia. Ad ogni battaglione fu assegnata una sezione lancia torpedini che divenne, per i reparti a piedi nel 1918, sezione lancia-bombe. Nello stesso periodo le compagnie scesero a 145 unità ed ogni reggimento costituì un plotone d’assalto. Tra la fine del ‘17 e la metà del ‘18, furono sciolti 3 reggimenti (9°, 15° e 21°) e 4 battaglioni ciclisti (2°,6°,9° e 10°). Durante la campagna i reparti bersaglieri operarono su tutto il fronte. Non è certo possibile ricordare tutte le battaglie cui presero parte, ma l’altissimo numero di decorazioni al V.M. assegnate individualmente o al reparto testimoniano il grande valore. Ventuno reggimenti bersaglieri ed i 3 reparti d’assalto furono insigniti della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Quattro Medaglie d’Oro, 16 d’Argento e 14 di Bronzo fregiarono i vari reggimenti, i battaglioni ciclisti e anche i reparti d’assalto.
TRA LE DUE GUERRE
La guerra che aveva provocato circa 670.000 morti era terminata. Ma le rivendicazioni italiane non erano state soddisfatte. L’impresa di Fiume, cui presero parte alcuni reparti di fanti piumati, fu l’ultimo atto della guerra. In particolare:
37° e 43° battaglione del 4° reggimento
46° battaglione del 5° reggimento;
•VIII battaglione ciclisti;
•un nucleo di bersaglieri dell’11°rgt.
Oltre a questi reparti altri bersaglieri si unirono all’impresa. In particolare il 4° reggimento cambiò più volte denominazione: Gruppo del Battaglione bersaglieri, Reggimento bersaglieri di Fiume; Legione Bersaglieri di Fiume.
I reparti rimasero fino al 10/1/1921, quando gli ultimi bersaglieri lasciarono Fiume
L’ordinamento del 1919 (R.D 214 eI 21/12/1911) riduceva a 12 i reggimenti, solo i primi con un battaglione ciclisti. L’anno successivo, prima viene creato l’11° reggimento speciale inviato a Marienwerder sulla Vistola a presidio della zona assegnata all’Italia, poi con R.D. 4512 del 20 aprile 1920, il corpo viene ridotto a soli 4 reggimenti, senza alcun reparto ciclisti. Ma anche questa situazione durò poco. L’anno successivo (R.D. 12 del 7/1/1923) venne riordinato il Corpo su 12 reggimenti, 6 a piedi e 6 ciclisti. Intanto i bersaglieri, che non avevano la bandiera di guerra, ricevettero il labaro. Con la circolare ministeriale n. 3760 dei 7ì7/1 924 anche gli altri 6 reggimenti a piedi divennero ciclisti. Nel 1926 si ebbe l’ordinamento Mussolini, vennero confermati 12 reggimenti, i battaglioni furono caratterizzati dal numero romano (questo fino al 1975) e, con R.D. 247 del 20/5/1932, ebbero i loro motti araldici. Nello stesso anno ogni battaglione ebbe in organico una compagnia mitragliatrici Fiat, su 4 armi in pace e 12 in guerra.
LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE (A.O.I.) E QUELLE OLTREMARE SPAGNA (O.M.S.)
Per la guerra in Africa Orientale vennero costituiti due corpi d’operazione, uno in Eritrea ed uno in Somalia. in Eritrea furono mobilitati alcuni reparti bersaglieri. Il reparto scelto fu il 3° reggimento bersaglieri che venne riformato su 4 battaglioni, tutti a piedi. Precisamente: il XVIII, XX, XXV ed il LXXXIII complementi. Inoltre era presente una sezione cannoni reggimentali da 65/17, rinforzata successivamente da una sezione di lanciafiamme mobili mod. 33, su 12 apparecchi più 1 di riserva. Alla fine risultava composto da oltre 3.500 combattenti e da 230 quadrupedi. Venne anche formato un nuovo reggimento, iI13° (po 18°) che il 31/12/1936 confluirà, a Lodi prima di partire per il fronte, nel 3° reggimento. I bersaglieri parteciparono all’avanzata prendono parte ad entrambe le battaglie di Tembien. Al passo di Falagà il reggimento venne riordinato diventando il 3° Reggimento Leggero per andare a far parte della Colonna Starace che avrebbe marciato su Gondar. Il reggimento risultava composto da: un colonnello comandante, un tenente colonnello, 3 capitani, 2 ufficiali subalterni, 44 sottufficiali e 863 bersaglieri; vi erano poi 448 tra asini e muli. Il LXXXII battaglione complementi, con 800 bersaglieri, le sezioni cannoni e lanciafiamme, non adatti ad una marcia celere, rimasero a Falagà formando il Gruppo Battaglioni Bersaglieri Sabauda. La marcia durò dall’11 marzo fino alle ore 9.40 del 1° aprile quando, prima in assoluto, entra la 10^ compagnia. Non fu dello stesso avviso l’allora capitano del genio Paolo Caccia Dominioni che issò la bandiera, alle 14.17 sui castelli di Gondar, alla testa di una pattuglia avanzata. Ma Starace era segretario del P.N.F, e non era possibile contraddirlo, chissà come sarà realmente andata! Le operazioni di mobilitazione per le operazioni in O.M.S. si svolsero presso il deposito del 2° reggimento dove affluirono reduci e giovani volontari. La preferenza fu data ai veterani. Oltre a quei volontari, i bersaglieri furono presenti con alcune unità organiche: una compagnia motomitraglieri del 2° reggimento, una compagnia motociclisti ed una mitraglieri del 6° reggimento.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Non è certo possibile parlare diffusamente di tutto il secondo conflitto, occorrerebbero migliaia di pagine. Qui ci limiteremo a citare le varie operazioni con i reparti che vi presero parte. Per prima cosa, anche se non si tratta della Seconda guerra mondiale, tratteremo dell’occupazione dell’Albania le cui operazioni durarono pochi giorni e, salvo qualche scontro, non ci furono grosse battaglie. Il corpo di spedizione era composto da 2 scaglioni, del primo facevano parte 12 battaglioni bersaglieri, 9 ciclisti, 1 motociclista, 1 autoportato ed 1 misto. I reparti bersaglieri che parteciparono all’occupazione dell’Albania erano così inquadrati:-
- Colonna Durazzo: comando del 2° rgt,;
- Colonna S. Giovanni di Medua:comando del 9° reggimento;
- Colonna di Valona: comando del 1° reggimento;
- Colonna di Santi Quaranta:comando del 12° reggimento.
In tre giorni tutti gli obiettivi furono raggiunti. L’ultimo fu la città di Fieri che venne occupata alle ore 18 dell’8 aprile. Nel giugno del 1940 iniziò la Seconda guerra mondiale. Iniziamo dal Fronte Occidentale. I reparti dei bersaglieri utilizzati per le operazioni contro la Francia furono i reggimenti 4°, 1° e 9°. Altri 4 reggimenti furono trasferiti alla frontiera occidentale ma non parteciparono alle operazioni, precisamente: il 3°, il 7°, l’8° e il 12°. Le operazioni iniziate l’11 giugno terminarono il 25 dello stesso mese. In Africa Orientale c’era un solo battaglione, il 3°, aggregato all’11° reggimento Granatieri di Savoia. Tutti gli uomini caddero o furono fatti prigionieri: gli ultimi 50 si arresero l’8 aprile.
Ora parliamo della Campagna di Grecia (28/1 0/1 940- 24/4/1941). Le operazioni possono essere divise in quattro fasi:
- offensiva italiana (28/10 – 9/111940);
- controffensiva greca (10/11 – 21/12 1940);
- difensiva italiana (20/12/40 – 9/4/41);
- offensiva italiana (10-24/4 deI 1941).
Quella campagna, che doveva essere una passeggiata, mise in mostra tutta l’inefficienza del REI, inefficienza non imputabile ai nostri soldati, ma a tutta l’organizzazione Quattro furono i reggimenti bersaglieri impegnati che pagarono un alto tributo in vite umane e sofferenze. Il 1° reggimento, il 2°, il 4° ed il 5°. Tra il maggio e l’agosto del 1941, tutti i reparti bersaglieri rientrarono in Italia. Non era ancora terminata la campagna di Grecia, e I’Italia con la Germania e gli altri alleati, attaccò la Jugoslavia (che prima del colpo di stato che aveva rovesciato il Re, aveva un patto di adesione al tripartito). La campagna durò teoricamente dal 6 al 18 aprile. In realtà, a causa dei partigiani e delle varie etnie presenti, la guerra in Jugoslavia terminò alla fine del 1945. Oltre a 5 reggimenti bersaglieri, il 1°, il 3°, il 6°, l’11° ed il 12°, partecipò il battaglione bersaglieri di Zara ed il XXll/5° motociclisti.
Il 1017/1941 la Wehrmacht, nostra alleata, iniziò la campagna sul Fronte Orientale. Il nostro esercito inviò un corpo di spedizione (C.S.l.R.) composto da 3 divisioni: Pasubio, Tonno e Principe Amedeo Duca d’Aosta (celere). In quest’ultima divisione confluì il 3° reggimento bersaglieri, così composto: battaglioni XVIII, XX e XXV, 3 compagnie motociclisti (1^, 2^, 3^), 2 compagnie controcarro (172° e 173°) ed il 122° autoreparto. Nelle varie azioni i reparti vennero spostati alle dipendenze delle varie unità. Alla fine del 1941 il reggimento aveva perso la metà degli effettivi, così ne fu inviato uno nuovo, il 6°, reduce dalla Jugoslavia. Questo risultava composto da 3 battaglioni, il VI, XIII e XIX, 106^ compagnia motociclisti, 272^ cannoni e dal XIV autogruppo. La 17^ motociclisti e la 72^ cannoni, che appartenevano al 6°, erano in Africa Settentrionale mentre la 2^ motociclisti e la 172^ cannoni erano già in Russia con il 3° reggimento. Dall’Italia, per rinforzare il 3° giunse il 103° battaglione complementi bis con 600 uomini. Nell’estate del 1942 arrivò un nuovo battaglione, si trattava del LXVII reparto di bersaglieri corazzato su carri L6-40. Con 3 compagnie motociclisti, la 106°^/6°, la 2^/6° e la 3^/3° fu costituito il XLVII battaglione motociclisti. Il 9 luglio il C.S.I.R. diventò XXXV corpo d’armata inquadrato neIl’8^ armata Italiana. Verso la fine del dicembre 1942, il 3° reggimento venne praticamente distrutto in combattimento! Anche il 6°, a causa delle gravi perdite, fu ricostituito: comando, VI e XIX battaglione (con alcuni superstiti del 3°) e altri reparti minori. Il reggimento tornò in Italia verso la fine di marzo deI 1943. Alcuni scampati dalla distruzione deI vennero riuniti Il 14 marzo presso il comando celere, a Sytnlcovo, per far parte di un nucleo provvisorio deI 3° comandato da un capitano che li riportò in Patria alla fine del marzo 1943. Anche quell’avventura era finita, così come i sogni di una vittoria! Dopo aver perso l’Africa Orientale, il nostro esercito presidiava quella Settentrionale. La campagna durò dal 10 /6/1940 ai primi mesi del 1943. Quella campagna fu caratterizzata da diversi capovolgimenti di fronte. A offensive italo-tedesche si succedevano quelle alleate, si lasciavano città per poi riprenderle.
I reparti bersaglieri impiegati, in questo lungo periodo, furono i seguenti:
-10° rgt, su 3 battaglioni, XVI, XXXIV e LXIII, diverse compagnie di bersaglieri motociclisti assegnati alle varie divisioni;
- plotone bersaglieri motociclisti assegnato alla colonna Maletti;
- plotone motociclisti assegnato al comando del corpo d’armata libico;
- 60^ compagnia;
- 22^ assegnata alla Divisione Sirte
- 8° reggimento su 3 battaglioni, III (Motociclisti), V e XII (Autoportato), 132^ e 142^ compagnia cannoni e la
72^ del 6°;
- 7° reggimento su 3 battaglioni, VIII, X e Xl e 1^ compagnia cannoni;
- 9° reggimento, su 4 battaglioni, XXXII, XXVII e XXX, XL compagnia cannoni, più due compagnie del 3°
reggimento, la 30 e la 73;
- 5° reggimento, dal dicembre deI 1942, su 4 battaglioni, XIV, XXII e XXIV, più la 5^ motociclisti;
- 12° rgt su 3 btg, XXI, XXIII e XXXVI;
- LXX btg bersaglieri motomitraglieri.
Anche l’Africa Settentrionale era persa. Nel maggio del 1943 rientrarono in Italia gli ultimi bersaglieri. Ora parliamo dei reparti che presero parte all’ultimo atto della guerra, dalla Sicilia, in cui lo sbarco avvenne il 10 luglio, all’8 settembre. La Sicilia era difesa dalla 6^ Armata.! reparti bersaglieri erano i seguenti:
- 10° reggimento, su 3 battaglioni, XXXV, LXXIII e il LXXIX;
- 177° reggimento bersaglieri territoriale mobile, su 3 battaglioni formati dai depositi, DXXV, DXXVI e il
DXXVII;
- 1° battaglione bersaglieri controcarro;
- LI battaglione bersaglieri;
- 542° battaglione costiero;
- DLVIII battaglione dislocato in Calabria.
La guerra era terminata! Iniziava una nuova e sanguinosa parentesi: quella della guerra civile.
IL REGNO DEL SUD
Per ben comprendere la situazione dei reparti bersaglieri nell’ultimo periodo della guerra, occorre dividere le vicende tre parti. Iniziamo dalla prima con la creazione del 1° raggruppamento motorizzato del 28/9/1943. In questo reparto, forte di 5.000 uomini, venne inquadrato il LI battaglione bersaglieri d’istruzione allievi ufficiali di complemento. Ricordiamo che il raggruppamento motorizzato prende parte alla battaglia di Montelungo. Nel gennaio 1944 fu ricostituito il 4° reggimento bersaglieri su: compagnia comando, XXIX battaglione su 3 compagnie moschettieri, 1 accompagnamento ed 1 comando, XXXIII battaglione della stessa consistenza dell’altro. Il secondo periodo è quello del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) che dal 18/4/1944 sostituì il raggruppamento motorizzato. lI 4° reggimento fu ampliato (agosto ‘44) con l’aggiunta della 1^ compagnia motociclisti. Il terzo periodo inizia il 24 settembre con la creazione dei gruppi di combattimento che operarono fino all’8/5/1945. Il 4° reggimento venne sciolto, e fu formato il battaglione Goito inquadrato nel Legnano. Il battaglione era composto da una compagnia comando, 5^, 6^ e 7^ compagnie bersaglieri e l’8^ compagnia armi d’accompagnamento. Poco prima della fine, a Brescia, cambiò nuovamente in LI battaglione con sede a Milano. Oltre a questi reparti, ci fu anche il 447° battaglione bersaglieri che assorbì anche i colleghi del battaglione DLVIII dislocato in Calabria, ma che non combatté alcuna battaglia.
LA REPUBBLICA SOCIALE
Il 3° reggimento volontari si forma a Milano il 27/9/191943 con personale proveniente dal vecchio 3° reggimento. In pochi giorni si creò il comando, il reparto comando reggimentale, i battaglioni XVIII, XX, XXV e LI. I battaglioni erano formati da una compagnia Comando e da quattro compagnie bersaglieri. Il XX battaglione aveva due compagnie ciclisti e fungeva da battaglione allievi ufficiali. Agli inizi del ‘44 il reggimento prima doveva diventare 1° reggimento, poi il comando venne spostato in Germania per raggiungere la divisione bersaglieri Italia. I battaglioni che formavano il reggimento diventarono autonomi, cambiando la numerazione e lasciando la vecchia come riferimento.
I nuovi reparti erano: il I (LI), il Il (XX), il III (XXV) ed il IV (XVIII). Dal 2 agosto si trovarono alle dipendenza dell’Armata Italiana Liguria. L’8° rgt bersaglieri, successivamente denominato Manara, venne costituito l’11 /9/1943 a Verona. Il primo reparto a formarsi e a raggiungere il fronte fu il 1° battaglione bersaglieri Mussolini che combatté dalla fine di ottobre del 1943 fino al 30 aprile del 1945 sulla frontiera orientale; era costituito su: comando, compagnia comando, 1^ compagnia guastatori, 2^ e 3^ compagnia mitraglieri, 4^’ compagnia mortai. La zona di operazioni fu la zona della valle Boccia, la valle dell’lsonzo da Caporetto a Monfalcone. Tolmino, Piedicolle e Capivano. Questo reparto subì perdite gravissime. lI 28/4/1 945 ebbe l’ordine di riunirsi a Santa Lucia e da lì muovere insieme col 3° battaglione verso Cividale.
Durante il ripiegamento i reparti furono attaccati e praticamente distrutti. I pochi superstiti vennero deportati nel campo di concentramento di Borovnica, presso Lubiana, dove subirono le peggiori angherie, solo pochissimi nel 1946 riuscirono ad uscire da quel vero inferno. Altri reparti furono il 2° battaglione Mameli che operò sul fronte adriatico, in Garfagnana e si arrese nella zona di Parma. lI 3° battaglione Toti fu formato il 20/5/1944. La divisione bersaglieri Italia, fu costituita a Heuberg in Germania con volontari provenienti dai campi di concentramento (in tutto erano 14.000 uomini). Era dislocata a sud di Parma, combatté in Garfagnana e si sciolse il 28 aprile in vai di Taro. Per ultimo citiamo il battaglione bersaglieri Fulmine inquadrato nella X Mas, successivamente Decima divisione. Il reparto combatté sul fronte orientale, venne accerchiato a Tarnova della Selva, in territorio slavo, e fu liberato grazie all’azione di un altro reparto della Decima, la 1^ compagnia del battaglione guastatori alpini Valanga. Anche qui, come per il Mussolini, si ebbero molte perdite e i prigionieri trattati in maniera disumana, la loro unica colpa fu quella di essere italiani e di aver combattuto Per l’onore d’Italia!
IL SECONDO DOPOGUERRA E LE MISSIONI DI PACE
In questi ultimi cinquant’anni l’Esercito Italiano è stato più volte riorganizzato. Da reggimenti a battaglioni, poi nuovamente a reggimenti, e sarebbe lunghissimo ricostruire le vicende di tutti, ci limiteremo quindi a ricordare dove e quando i bersaglieri presero parte a vicende significative. L’Italia, a causa della sua struttura geologica, è altamente a rischio.
Terremoti, allagamenti ed altre sciagure hanno funestato questi anni: Polesine, Vajont, Belice, Friuli, lrpinia, Umbria, non sono solo luoghi di questa nostra bella nazione, sono anche purtroppo località dove la furia della natura ha portato morte e distruzione, In queste zone, soldati di leva dei bersaglieri, accanto agli altri loro coetanei con altre mostrine, hanno contribuito ad aiutare i nostri connazionali così duramente colpiti. Ma oltre ad interventi sul territorio i bersaglieri sono stati presenti, come operatori di pace, in varie parti dei mondo: dal Libano ai territori della ex-Jugoslavia. Chi non ricorda i nostri fanti piumati in Libano che, nell’agosto del 1982, con l’elmetto verniciato di bianco e l’immancabile piumetto, sono sbarcati nella terra dei cedri. Il primo reparto era il battaglione Governolo. Due anni dopo di nuovo il Libano e di nuovo il Governolo, successivamente avvicendato dal Bezzecca, a sua volta sostituito dal battaglione Cernaia. Era solo l’inizio. Nella ex-Jugoslavia, dopo la morte di Tito che con il terrore aveva tenuto unito un così strano agglomerato di religioni, lingue, etnie tanto diverse tra loro, si era scatenato il caos. Alcune immagini che ci pervenivano dalla TV e dai giornali erano veramente irreali: morti di tutte le età, di tutti i sessi, di tutte le religioni. Punto cruciale dell’operazione era proprio un reparto bersaglieri: la brigata bersaglieri Garibaldi. I reggimenti 8°, carico di tradizioni, come abbiamo visto nel corso dell’articolo, ed il 18° furono poi destinati in Bosnia.
Nei reportage giornalistici e nei filmati televisivi si vedono sempre i bersaglieri che hanno sostituito l’elmetto metallico mod. 33 con quello nuovo in fibra balistica, ma che non hanno certo abbandonato il loro piumetto né il tradizionale fez, quelli non sono capi dell’equipaggiamento, sono bandiere!

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